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L’INDIPENDENZA FEMMINILE È LA VITTIMA PIÙ GRANDE DEL COVID!


Non è retorica la mia, parliamoci chiaro. Ma mai, come in regime di quarantena, il ritorno delle donne ai lavori casalinghi é generalizzato e non conosce confini sociali o economici.


Siamo consapevoli che il Covid ha con una spugna cancellato secoli di costruzione di emancipazione femminile. Un’offesa, una ferita cosi grave e profonda che nessun governo potrà mai più sanare per creare un legame di fiducia.


Già prima eravamo lontane dalla parità di genere nel mercato del lavoro. Nel 2018 era il 56%. Un gender gap assurdo che ci faceva trovare al 28° posto in Europa. Il percorso scolastico e accademico delle giovani donne è inoltre caratterizzato da esiti spesso migliori rispetto a quelli dei loro coetanei, come dimostrano le rilevazioni PISA e INVALSI e le indagini AlmaDiploma e AlmaLaurea, anche se permane un gap in termini di competenze matematiche e scientifiche, gap che si sta comunque riducendo.


In altre parole: stiamo buttando via la componente più istruita della popolazione.

Ora il Covid ha creato un gap ancora più forte la distanza mentale e culturale tra uomini e donne. L'accettazione del ruolo per necessità é una caratteristica fortemente femminile, che ha sostenuto non solo le famiglie, ma anche il mondo in tempi di guerre e carestia, quando tutte le braccia avevano lo stesso valore.


Il ritorno delle donne ai lavori casalinghi non ha conosciuto nè confini sociali, nè economici. Le donne del pianeta terra, sono tornate a svolgere a tempo pieno il ruolo di angelo del focolare e contemporaneamente di manager familiare della pandemia.

Non che avessimo mai smesso di occuparci di tale ruolo, ma eravamo anche riuscite ad organizzarci con aiuti ed alternative. Potendo così dedicare il nostro tempo alla professione (che genera valore economico, sociale e culturale ed educativo), alla famiglia ed hai figli sia minori, che purtroppo anche i più adulti di casa.


Sfido che vi sia stata una equa suddivisione dei compiti in casa. E sfido ognuno che si oppone con le azioni quotidiane all’uguaglianza di genere nell’espressione dell’economia e della cultura della nostra società.



Emanuela Rizzitelli, con la mascherina della campagna #datecivoce


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